Gerhard Rohlfs

Gerhard Rohlfs, nato a Berlino il 14 luglio 1892 e deceduto a Tubinga il 12 settembre 1986, è ricordato come uno dei più grandi studiosi e ammiratori della Calabria. Questo tedesco, definito "l'archeologo delle parole", ha dedicato parte della sua vita a esplorare, documentare e preservare la storia e la cultura della regione.

La sua passione per le lingue romanze e i dialetti italiani, in particolare quelli con influenze greche come i dialetti calabresi, lo portò a compiere un esteso studio sui dialetti dell'Italia Meridionale. Durante la Prima Guerra Mondiale, Rohlfs fece una scoperta significativa nei campi di prigionia, dove si rese conto che i prigionieri italiani parlavano numerosi dialetti.

Il suo primo incontro con il dialetto calabrese avvenne in un campo di prigionia, dove ascoltò giovani provenienti dall'area montuosa del reggino detta Bovésia, dove il greco era ancora una lingua viva. Questo lo portò a teorizzare sulla trasmissione ininterrotta della lingua greca nella regione, sfidando alcune teorie accettate precedentemente.

Rohlfs dedicò la sua vita allo studio dei dialetti calabresi, viaggiando in 365 paesi della regione tra il 1921 e il 1983. Oltre a registrare e catalogare le variazioni linguistiche, studiò anche usanze, parole, proverbi, giochi, cognomi, soprannomi, frasi idiomatiche e strutture sintattiche. La sua metodologia comprendeva un approccio diretto sul campo, interagendo con la gente comune e vivendo la sua disciplina "coi piedi" oltre che con la testa.

Il professore tedesco, raggiunse i centri sperduti calabresi col suo treppiedi in legno massiccio caricato a dorso di mulo, tra le impolverate stradine dei borghi, scattando le foto al grido di "fermi tutti, non respirate..."mentre il lampo della sua torcia al magnesio faceva sussultare gli astanti. Amò mescolarsi alla gente comune vivendo la sua disciplina direttamente sul campo.

Il contatto diretto e prolungato con i calabresi gli consentì di ribaltare molti luoghi comuni e falsi pregiudizi legati a questa regione che godeva di una cattiva fama: terra di briganti, ladri, assassini... In 62 anni, pur frequentando i luoghi più remoti ed impervi di essa,  Rohlfs non incontrò mai alcun problema. Fin dalla sua prima visita non fece altro che decantare il senso di ospitalità riscontrato nella gente umile e laboriosa di quei territori.

Rohlfs è ricordato per opere di rilievo come il "Dizionario dialettale delle tre Calabrie," il "Dizionario dei cognomi e dei soprannomi della Calabria" e il "Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria." Questi libri costituiscono una trilogia che rappresenta un prezioso patrimonio per la Calabria, preservando la sua storia e cultura attraverso il linguaggio.

La dedica di Rohlfs alla Calabria è evidente nelle sue opere e nei suoi scritti, difendendo sempre il prestigio della regione. Ricevette riconoscimenti, tra cui il Premio Forte dei Marmi nel 1974 per la sezione Storia della Lingua italiana. Gerhard Rohlfs, un "calabrese d'adozione," ha contribuito in modo significativo alla comprensione e alla conservazione dell'eredità linguistica e culturale della Calabria, lasciando un'impronta indelebile nella storia della regione.

Una targa a lui dedicata nella piazza del borgo medievale di Badolato, in provincia di Catanzaro, riporta:Gerhard Rohlfs - Glottologo - "Il più calabrese dei figli di Germania".

 

 

 

 

   

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