Beato Camillo Costanzo

Camillo Costanzo nacque a Bovalino Superiore nel 1572.

Figlio di Tommaso Costanzo e Violante Montana, famiglia nobile originaria di Cosenza. Dopo i primi insegnamenti ricevuti a Bovalino, andò a studiare Diritto Civile presso l'Università di Napoli. Terminati gli studi partì come soldato tra le milizie del generale Spinola all'assedio di Ostenda nelle Fiandre. Ritornato in Italia, all'età di 20 anni entra nel collegio della Compagnia di Gesù a Napoli.

Nel 1593 si trasferisce nel collegio di Nola (NA) e 4 anni dopo va ad insegnare grammatica nel collegio di Salerno, mentre nel 1601 diviene responsabile dell'oratorio dello stesso collegio. L'anno dopo, nel 1602, all'età di 30 anni è ordinato sacerdote e di sua spontanea volontà partì per l’India da dove doveva raggiungere la Cina. Arrivò a Macao nel marzo del 1605 ma, a causa dei portoghesi che impedivano il passaggio ai missionari, si diresse in Giappone e, dopo aver superato una formidabile tempesta, sbarcò a Nagasaki il 17 agosto 1605. Quì, studiata per una anno la lingua, ebbe assegnato il regno di Bugen, quindi la città di Sakai, dove in sei anni convertì più di 800 fedeli, molti dei quali morirono per la fede.

Comunque l’ordine di espulsione dei missionari lo costrinse a ritornare a Macao dove rimase per sei anni; in questo lungo tempo studiò profondamente i testi canonici di Sakia-Muni (Budda) rilevando gli errori correnti allora in Cina, Siam e Giappone; per confutarli scrisse ben quindici libri e tre opuscoli divulgativi.

Resistendo agli inviti dei padri Gesuiti, che volevano trattenerlo in Cina, nel 1621 a 49 anni, s’imbarcò per il Giappone travestito da soldato, ma si era in piena persecuzione e il suo travestimento non servì, il capitano per salvare la nave e i passeggeri voleva consegnarlo al governatore.

Intervenirono due cristiani che l’avevano conosciuto a Sacai e l’aiutarono a sbarcare in un porto solitario; il suo nuovo campo di apostolato fu il regno di Figen, l’isola di Firando (oggi Hirado) e le tante isolette dell’arcipelago.

Per tre mesi lavorò abbondantemente anche nell’isola di Ichitzuchi, raccogliendo molte conversioni, poi decise di raggiungere l’isola di Noscima; era appena iniziata la traversata, quando una donna cristiana di Ichitzuchi, desiderosa di convertire il marito, gli indicò dove avrebbe potuto trovare il missionario.

Ma il marito si recò a riferire tutto al governatore, il quale inviò tre barche armate alla ricerca di padre Camillo Costanzo, rintracciandolo nell’isola di Ocu, era il 24 aprile 1622; fu arrestato e trasferito prima nell’isola di Ichinoscima, finché dopo qualche tempo giunse la sentenza dell’imperatore che lo condannava al rogo; fu quindi spostato a Tabira, sulla costa di fronte alla città di Firando.

Fu legato ad un palo ed arso vivo. Continuò a predicare per tutto il tempo e dopo aver cantato il Gloria Patri e ripetuto per cinque volte la parola Sanctus, con gli occhi rivolti al cielo spirò.

Era il 15 settembre 1622, e moriva all'età di 50 anni, dei quali 30 li aveva spesi nella Compagnia e 17 nella missione in Giappone.

Fu beatificato da Papa Pio IX a Roma il 17 luglio 1867.

A Hirado il 25 marzo 1990 è stato inaugurato il monumento al Beato Camillo Costanzo, luogo di pellegrinaggio da parte di milioni di giapponesi.

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