Tommaso Campanella

Tommaso Campanella Tommaso Campanella nacque a Stilo a settembre del 1568, battezzato Giovanni Domenico, e morì a Parigi nel 1639. È considerato uno dei maggiori filosofi e poeti italiani del XVII secolo.
Campanella era un ragazzo prodigio. Figlio di un calzolaio povero ed illetterato, prese gli ordini Domenicani non ancora quindicenne, con il nome di fra' Tommaso in onore di Tommaso d'Aquino. Studiò teologia e filosofia con diversi maestri.
Subito dopo, cambiò idea sull'ortodossia aristoteliana e fu attratto dall'empirismo di Bernardino Telesio (1509 - 1588), che gli insegnò che la conoscenza è sensazione e che tutte le cose naturali ne possedevano. Campanella scrisse la sua prima opera, Philosophia sensibus demonstrata (Filosofia dimostrata dai sensi), pubblicata nel 1592, difendendo Telesio.

 

 

Le concezioni non ortodosse di Campanella, specialmente in contrasto con l'autorità di Aristotele, lo portarono in conflitto con la Chiesa. Denunciato all'Inquisizione e citato presso il Santo Ufficio a Roma, fu confinato in un convento fino al 1597.
 Tommaso Campanella in un dipinto di Francesco CozzaNel 1598, dopo la sua liberazione, tornò a Stilo con l'intendo di sfruttare il generale malcontento contro l'amministrazione spagnola in Italia Meridionale per realizzare il suo modello ideale di stato: una repubblica a carattere religioso governata da un principe sacerdote e di cui egli stesso avrebbe dovuto essere il legislatore. La società pensata da Campanella era basata sulla comunità dei beni e delle mogli (in somiglianza allo stato ideale di Platone). Sulle basi delle profezie di Gioacchino da Fiore e sulle sue osservazioni astronomiche, predisse l'avvento di una catastrofe che avrebbe rinnovato il mondo dello spirito nell'anno 1600. Tradito da due compagni cospiratori fu preso e incarcerato a Napoli e sottoposto a processo per azione sovversiva. Fingendo problemi mentali riuscì a fuggire la pena di morte, ma fu condannato all'ergastolo. Restò rinchiuso per ventisette anni durante i quali, con esercizio costante di pensiero e di volontà, riuscì a meditare, a studiare a poetare ed a scrivere molte delle sue opere: La Monarchia di Spagna (1600), Aforismi Politici (1601), Atheismus triumphatus (1605-1607), Quod reminiscetur (1606?), Metaphysica (1609-1623), Theologia (1613-1624), e la sua opera più famosa, La città del sole (1623), in cui vagheggiava l'instaurazione di una felice e pacifica repubblica universale retta su principi di giustizia naturale). Egli addirittura intervenne nel primo processo contro Galileo Galilei con la sua coraggiosa Apologia di Galileo (1616).
Campanella fu infine rilasciato dalla prigione nel 1626, grazie a Papa Urbano VIII, che personalmente intercedette presso Filippo IV di Spagna. Campanella fu portato a Roma dove visse sotto la sorveglianza dell'inquisizione, e fu liberato definitivamente nel 1629. Visse per cinque anni a Roma, dove fu il consigliere di Urbano VIII per le questioni astrologiche.
Dipinto dedicato a Tommaso Campannella eseguito dal pittore Andrea ValereNel 1634 però, una nuova cospirazione in Calabria contro il viceré di Napoli, portata avanti da uno dei suoi seguaci, gli procurò nuovi problemi. Con l'aiuto del Cardinale Barberini e dell'ambasciatore francese de Noailles, fuggì in Francia, dove fu benevolmente ricevuto alla corte di Luigi XIII. Protetto dal Cardinale Richelieu, e finanziato dal re, passò il resto dei suoi giorni al convento parigino di Saint-Honoré. Nominato astrologo di corte da Luigi XIII, poté trascorrere gli ultimi anni studiando con tranquillità e guardando alla Francia con speranza per quelle riforme politiche e sociali a cui egli, anche dal carcere, aveva continuato ad incitare principi e re.

Il suo ultimo lavoro fu un poema che celebrava la nascita del futuro Luigi XIV (Ecloga in portentosam Delphini nativitatem).

La città del Sole. La filosofia di Campanella ha lo scopo di fondare una nuova società umana: egli riteneva possibile che la sua utopia diventasse realtà ed era certo del suo prossimo avvento. Nell’opera La città del Sole (1602), è appunto delineata la struttura di uno Stato immaginario. Essa ha la forma di un dialogo fra un Ospitalario, cioè un cavaliere dell’ordine degli Ospitalieri di S. Giovanni in Gerusalemme, ed un genovese, nocchiero (=responsabile della direzione di una nave) di Cristoforo Colombo, il quale descrive quello che ha visto nell’isola lontana di Taprobana (l’attuale Sri Lanka o Ceylon). Questo Stato immaginario è governato da un principe, chiamato Sole o Metafisico, il quale è assistito da tre principi, Pon, Sin e Mor, cioè potestà, sapienza e amore. La Città del Sole si trova nell’isola ed è protetta da una serie di sette mura. In essa vige la comunanza di beni e di donne e la religione naturale (nel senso che è una sorta di cristianesimo senza però rivelazione e sacramenti: Campanella crede insomma che la verità del Vangelo sia conforme alla natura umana e che tutti gli uomini debbano tornare all’unica vera religione, che è quella cristiana). L’istruzione comincia a tre anni: si impara giocando, sempre con allegria. Si parte dall’osservazione: sulle mura infatti sono scolpite figure geometriche, i vari paesi della terra, le leggi, gli alfabeti, gli usi e i costumi, le varie scienze ecc. E’ una sorta di enciclopedia che deve essere imparata gradualmente. Alle lezioni teoriche vengono alternati gli esercizi fisici. Gli adulti lavorano quattro ore al giorno; il resto del tempo lo trascorrono leggendo, studiando, dedicandosi all’arte e allo sport.

 

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