Altitudine

320 m slm

Superficie

38,16 Km2

Abitanti

2.369

Densità

62,08  ab/Km2

CAP

89030

Nome abitanti

careresi

Santo patrono

Sant'Antonio Rocco

Giorno festivo

13 giugno

 

 

 

Secondo la leggenda il paese trarrebbe origine dall'antica Pandora, distrutta da un terrificante terremoto nel 1507. Gli abitanti di questo centro, in seguito al sisma, si sarebbero dispersi in varie zone insediandosi soprattutto nell'area che ospita oggi il paese.

Fino a quando non fu riconosciuto Comune autonomo, nel 1836, fu feudo conteso da ricchi casati, subendo, dunque, come molti altri centri, il sistema feudale.

Il feudo è passato dai Fedele di Bagnara ai Coscinà di Palmi (1710-1767), agli Spinelli, Principi di Cariati (1767-18111). Durante il “governo”degli Spinelli, i Francesi cambiarono l’ordinamento amministrativo della Calabria a più riprese e gli Spinelli dovettero cedere parecchie terre demaniali.Panorama Il nuovo ordinamento amministrativo voluto nel 1799 dal Generale Championnet comprendeva Careri nel Cantone di Roccella, Dipartimento della Sagra. Palazzo La CavaOtto anni dopo, con la legge del 19 gennaio 1807, Careri veniva degradato a “luogo” del cosiddetto governo di Ardore. Veniva addirittura declassato a “villaggio” cioè  a frazione di Benestare, nella giurisdizione di Ardore a seguito del decreto del 4 maggio 1811. Dovevano passare 25 anni prima che Careri venisse rilevato a Comune autonomo,con l’aggregazione di Natile, a seguito del decreto del 18 luglio 1836. E’ stato durante la dominazione militare francese che gli Spinelli furono chiamati in causa per la divisione delle terre demaniali con i Comuni di “Careri, Natile e Plati’”della Provincia di Calabria Ulteriore Prima.

Venne colpito duramente, riportandone gravi danni, dai sismi del 1783 e del 1908, a cui si aggiunse la catastrofe operata dalle alluvioni del 18 ottobre del 1951 (10 vittime) e del 1973. Infatti le alluvioni, ancora oggi, sono il grande problema di questo caratteristico centro.

Careri, oggi, si presenta quale cittadina piuttosto ordinata, caratterizzata da alcune case antiche molto interessanti. Agli occhi di chi la osserva da un'altura appare quale pittoresco centro dai tetti di cotto e dalle vie strette e tortuose. A poca distanza dell’abitato si possono notare i ruderi delle antiche mura. Vi sono, inoltre, visibili i resti di un acquedotto. La frazione Natile nuovo è sorta in seguito all'alluvione del '51. Oggi è il centro più popoloso dell'intero comune.

Chiesa Santa ChiaraLa Chiesa madre, di antica costruzione, conserva alcune opere d’arte significative. Rimangono, in località Panduri, i resti della vecchia Pandore.

Chiesa dell'AssuntaDal Belvedere l'orizzonte si allarga nell’ampia conca, appoggiata nel cuore dell’Aspromonte. Da questo punto è possibile ammirare il grandissimo megalito noto come "Pietracappa".

L’economia si basa sulla fiorente produzione di cereali, olive, agrumi e frutta. L’allevamento del bestiame, conserva ancora oggi una certa importanza. Nel suo territorio esiste una sorgente di acqua ferruginosa fredda.

Fra Diego da Careri

Francesco La Cava

Francesco Perri

Personaggi illustri

A Careri sono nati alcuni personaggi illustri: Natale Diaco (secolo XVII), enciclopedico; Fra Diego (1606 - 1661), scultore ; Francesco La Cava (1877-1958), docente di medicina tropicale, artista; Francesco Perri (1885 - 1974), scrittore (fu uno degli interpreti più importanti della "Questione Meridionale").

Antonio Fedele

Careri, nel XVII secolo, fu una baronia dei Fedele di Bagnara. Il barone era Fabio Fedele il quale ebbe come erede il figlio primogenito Antonio che studiava in un collegio di Napoli tenuto dai Gesuiti. Costui, però, con grande meraviglia dei suoi parenti rinunziò ben presto al suo patrimonio e si diede alla povertà della vita monastica. Nel 1696 prese la via delle Indie occidentali. Lo ritroviamo prima a Siviglia e poi a Buenos Ayres dove lavorò alla conversione degli Indios dell’ Amazzonia e dove morì, in completa povertà, a distanza di qualche anno.

 

Pietra Cappa

È un enorme sasso (alto 176 m) dall'aspetto simile ad un panettone posto su un piano nella pianura vi sono anche pietre minori. Alla base vi è un lastrone appoggiata ad essa che determina interessanti effetti chiaroscurali.

La Vallata delle Grandi Pietre è una vallata nella quale ci sono enormi rocce monolitiche dalle stravaganti forme, depositarie di leggende e storia: le Rocche di San Pietro, scavate per accogliere l’asceterio di antichi monaci, Pietra Castello con i resti di antiche fortificazioni, l’imponente Pietra Longa e la rotonda Stranghiolo. Il tutto immerso in boschi vetusti di castagni e querce.
È un territorio unico nel suo genere, che affascina per le forme maestose che la Natura ha assunto e per le leggende e l’antica storia – di monaci vissuti in preghiera e solitudine – che queste pietre sanno raccontare.

 

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