Il dialetto

Il dialetto è un insieme di forme linguistiche che vengono praticate in zone geograficamente limitate, non è una derivazione dell’italiano, come molti ancora credono, ma una lingua di pari dignità all’italiano (cioè al toscano), che si è evoluta parallelamente a questo, direttamente dal latino.

In Italia, dialetti e lingua si trovano sullo stesso piano, riflettono tradizioni e culture specifiche, possiedono un lessico e una grammatica. L’unica vera differenza sta nella diversa estensione: il dialetto è parlato in un’area di minor estensione rispetto alla lingua.

Un valore particolare al dialetto è stato attribuito solo in tempi relativamente recenti , dopo esserci preoccupati di riconoscere il valore dei beni monumentali e ambientali lo stesso è stato fatto con la nostra parlata rendendosi conto di come sia un prezioso bene culturale da tramandare.

Si sta tentato di recuperare la parlata locale, la storia è il vissuto di un popolo e fanno parte di esso i costumi, le abitudini, le tradizioni e sopratutto il linguaggio che in una piccola comunità si identifica con l'uso del dialetto.

Pur considerato in alcuni ambiti ancora come una forma scorretta dell'italiano, il dialetto rappresenta tuttavia un efficace mezzo di comunicazione in quanto si presta ad essere utilizzato non solo per motivi di ordine pratico ma anche come strumento per esprimere in modo colorito sentimenti, passioni, emozioni.

L’ Italia è uno dei paesi più ricchi di dialetti nel mondo, quindi non dimentichiamo che conoscere il dialetto, parlarlo abitualmente sia in casa che fuori, insegnare ai bambini a parlare in dialetto, è sinonimo di ricchezza culturale.

In Calabria non esiste un vero e proprio dialetto, intendendosi per tale una lingua parlata dai residenti della regione o di un'area geografica, ma una folta serie di vernacoli (lingua propria di un paese).

Ci sono addirittura paesi limitrofi i quali urbanisticamente non hanno soluzione di continuità eppure le rispettive parlate sono marcatamente distinte tanto da far individuare il paese d'appartenenza della parlata.

Le cause che hanno creato questa parcellizzazione delle parlate possono essere spiegate con:

  • l’orografia particolarmente accidentata della nostra regione;
  • l’estensione in lunghezza dei suoi quindicimila e più chilometri quadrati bisognevoli di una adeguata rete viaria che non ebbe mai e che tuttora rimane carente;
  • le secolari dominazioni;
  • le incursioni piratesche, prima saracene e poi turchesche che flagellarono, soprattutto, gli abitanti del litorale ionico.
  • l’assenza di strutture viarie e di altri mezzi di comunicazione che, per secoli, tennero isolati e lontani d’ogni progresso gli abitanti della maggior parte delle contrade di questa regione

La conseguenza non è solo riscontrabile nel dialetto ma anche nei costumi, tradizioni folklore, insomma tutto quello che caratterizza una comunità.

Con l'avvento della civiltà dei consumi che, in breve spazio di tempo sbaragliò quella contadina, si imposero modifiche sostanziali nei costumi e nella mentalità incidendo anche sul linguaggio locale con l'archiviazione di molti termini riguardanti, soprattutto, utensili di uso comune tra i contadini, resi fuori uso dal progresso scientifico e tecnologico e l'italianizzazione di molti altri (nessuno, per esempio, chiama più carzi i pantaloni, broccia la forchetta o custumi il vestito).

Il Calabrese è uno dei dialetti italiani che più di altri ha attirato l'attenzione degli studiosi per le sue peculiarità e le sue radici in tempi antichi. L'evidente diversità linguistica nell'ambito della stessa regione, il rapporto tra impronta greca (grecanica) e storia della Calabria, la più o meno precoce latinizzazione ed i "relitti" lessicali di altre lingue, sono oggi argomento di studio e discussione di glottologi e linguisti. Chi voglia infatti paragonare i dialetti italiani della calabria meridionale con quelli parlati nella Calabria del nord, non può non notare il forte contrasto esistente.

Il dialetto calabrese è certamente uno degli idiomi più ricchi di influenze linguistiche, dovute alle colonizzazioni, le dominazioni e le incursioni di differenti popoli. Principalmente comunque il Calabrese è composto da lingue classiche, Latino e Greco.

Il fondo principale del lessico calabrese è il latino, ma l'influenza del greco, soprattutto nella provincia di Reggio Calabria è notevole. Per lungo tempo in gran parte della zona il Grecanico era la lingua più parlata, oggi solo a Bova, a Roghudi e in pochi altri paesi della zona dell'Amendolea vi sono anziani che parlano questa lingua calabro-greca.

Che la lingua greca sia abbondantemente rappresentata nel dialetto della Calabria meridionale non vi sono dubbi. I riscontri sono moltissimi: le opposizioni di voci per indicare uno stesso oggetto o animale o pianta sono evidenti nelle due Calabrie; la costruzione verbale ha un impronta greca precisa nel dialetto calabro-meridionale; in molti toponimi e cognomi tale impronta è agevolmente rintracciabile.

dialetto italiano greco

Naca

culla

nake

Ceramita

Tegola

keramidion

Timogna

Cumulo di grano

themoonia

Zimmaru, Zimbaru

Maschio della capra

ximaros

 

arabo

dialetto

italiano

Le incursioni saracene sulle coste calabresi verso la fine del primo millennio e gli scambi commerciali dell'epoca hanno lasciato traccia nel dialetto calabrese. I Saraceni non esercitarono mai un dominio nella attuale Calabria, limitandosi a delle frequenti incursioni sulle coste tra X secolo e XI secolo. Essendo padroni incontrastati della Sicilia, gli Arabi sfruttarono la loro posizione privilegiata per sottoporre le città costiere della Calabria a tributi e comunque intrattenendo rapporti commerciali e di scambio. Tutto questo comportò un mutamento, se pur minimo, della lingua calabra con diversi "arabismi".

Tumn

Tuminu, Tuminata

Tomolo (misura terriera)

Zir

Zirra o Zirru

Recipiente dove si tiene l'olio

Adara

Guadara e var.

Ernia

Harrub

Carrubba (i)

Frutto del Carrubbo

Sabaka

Sciabaca (-chedu)

Rete da pesca

Sakan

Zaccanu

Recinto per bestie

 

Un altra lingua rappresentata nel vernacolo calabrese, verosimilmente penetrata con i Normanni e gli Angioini, è il Francese. Come già accennato, la Calabria fu sotto la dominazione normanna dal 1060 fino a quasi tutto il XII secolo ed è chiaro che le parole del lessico calabrese di derivazione francofona siano penetrate in tale periodo. Ecco alcuni francesismi nel dialetto di Calabria:accattare, acquistare.

francese

dialetto

italiano

Rouculer

Arroccùlari

Rotolare

Percer

Pèrciari

Bucare, Perforare

Boucherie

Vuccerìa, Guccerìa

Macelleria

Acater

Accattari

Comprare

Char à bancs

Sciaraballu

Veicolo sbatacchiato

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