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Il comune di Ferruzzano si divide in tre frazioni: Ferruzzano Marina, Saccuti e Ferruzzano Superiore. Ferruzzano Marina, posta a 12 metri sul livello del mare, è la zona più popolata del Comune, segno tangibile del continuo e progressivo abbandono del centro interno, distante dai grandi nodi di comunicazione.
La Marina è, a pieno titolo, una delle principali località
turistiche della Locride. Costa e collina rappresentano due aspetti incantevoli di
paesaggio che affascina persino il passante frettoloso. Il lungomare, nella sua estensione, rimane in gran parte isolato e privo di costruzioni, il paese occupa solo una piccola parte a sud-est del lungomare. A prima vista la spiaggia, così come il mare e il paesaggio circostante non sono molto diversi da quelli dello Jonio calabrese. Ma basta fermarsi, sdraiarsi un poco sulla sabbia rovente, respirare la piacevole e leggera brezza marina che spira dal mare, ritrovarsi abbronzati in poche ore senza neanche accorgersi, entrare in acqua e non aver più voglia di uscire, ed è incantesimo. La spiaggia è a sabbia bianca, è poco o per niente affollata. Ultimamente la zona è stata presa d'assalto dai camper, soprattutto da stranieri, molti di essi permangono quivi dall'inizio di giugno fino a tutto ottobre. Ferruzzano Superiore che sorge a 470 metri sul livello del mare, a 9 Km di distanza dal mar Ionio, è ormai quasi del tutto abbandonato.
La
sua fondazione è strettamente connessa
con le incursioni dei pirati del XVI secolo.
Il nome di Ferruzzano e composto dal sostantivo “Ferru” (ferro) e
dall’aggettivo “nzanu” (sano) ciò vorrebbe dire “ferro saldo”, ossia
“ferro che non si rompe”.Questa denominazione deriva forse, dal
fatto che la posizione del paese situato su una collina quasi
inaccessibile, naturalmente fortificata, doveva renderlo
inespugnabile.
Le viuzze, poi, con le "lamie" costituiscono un'attrattiva
veramente particolare, le "vinelle" e le "rughe" richiamano
ancora una vita sana e spensierata non soltanto per i
ragazzi ma anche per gli adulti. A fine Ottocento la vita del paese conosce una grande mobilità. Dalla Piana (Oppido, , Seminara) vi giungono artigiani, calzolai, muratori, sarti, fabbri ferrai, falegnami. Le partenze per l’America cominciano attorno al 1880: centinaia di ferruzzanesi (o ferruzzanoti) finiscono nell’area di Buffalo-Rochester dove c’era bisogno di manodopera per scavare canali e costruire ferrovie. Per gli “americani” mandare a scuola i propri figli diventa lo scopo di una vita: si afferma una categoria di medici, avvocati, insegnanti, ragionieri, tutti figli di emigrati che si allontanano dalla condizione di chi era rimasto in paese a fare il contadino, il pastore, il calzolaio. Dopo la seconda guerra mondiale riprende la fuga. Questa volta la gente emigra in Liguria, a Torino, in Canada, in Australia. Dagli anni sessanta in poi zona Canalello vengono costruiti alla rinfusa e senza alcun piano regolatore villini e case di ogni tipo e forma: per l’estate e per le vacanze degli emigrati che ritornano. Il terremoto dell’11 marzo 1978 provoca molti danni nella Locride e nell’area grecanica: il paese viene dichiarato inabitabile. Nel 1990 Gino Gullace parla di un paese ormai morto. «Oggi Ferruzzano è un paese fantasma nel pieno senso della parola. I paesi fantasma del West americano sono formati da qualche rudere semisepolto dai cespugli, da qualche chiesa diroccata, da mucchi di ferraglia: chi entra dentro vede subito che si tratta di paesi nati all’improvviso e morti all’improvviso. Ma Ferruzzano ha avuto un millennio di vita e in esso vi aleggia un’anima. Le case sono rimaste intatte, come se la gente le abbia abbandonate per sfuggire a un misterioso malanno e stanno lì in attesa che i fuggiaschi ritornino e vi si insediano di nuovo. Le uniche cose vive che rimangono sono qualche cane randagio, qualche ramarro che attraversa la strada, qualche gallina che fruga nelle immondizie. Ogni tanto a una finestra appare il volto di qualche vecchia che rimane lì in attesa della morte. Si affaccia, richiamata dal rumore dei passi che echeggiano tra i muri, forse illudendosi che qualcuno dei suoi figli, emigrato in Australia, nel Canada, negli Stati Uniti o in Argentina, sia arrivato dopo lungi anni per rivederla per l’ultima volta. Chi visse nel passato 40 anni fa, sentirà certamente l’effetto conchiglia: dicono che poggiando l’orecchio su una conchiglia si sentono i rumori dei venti e delle tempeste che essa attaccata a uno scoglio, ha raccolto nei millenni. In Ferruzzano, uno non solo sente i rumori del passato: ma le vie si popolano di figure e di fantasmi, di tutte le sagome che una volta davano al paese la vita, riempiendo le piazze e affollando le strade. Dove sono queste sagome che uno vede nelle sua immaginazione?». |
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I
palmenti Ferruzzano è il paese con il più alto numero di Palmenti al mondo: antiche vasche (solitamente due), scavate nella roccia e collegate da un canale, in cui avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto. Sono stati censiti più di 160 su l’intero territorio comunale. Utilizzati in scala industriale tra l’età ellenistica e tutta quella romano imperiale, l’utilizzo si è protratto quasi fino ai giorni nostri. Sono presenti in tutta l’area del Mediterraneo, dalla Georgia (che presenta esemplari di quasi 3.000 anni fa) al Portogallo, passando per la Spagna, l’Italia, la Francia, etc. Sono presenti alcuni esemplari millenari che riportano la croce bizantina, incisioni greche o armene, la loro presenza testimonia l’alta vocazione vitivinicola del territorio. Ai beni si sta interessando su spinta del prof. Orlando Sculli, il Fondo Ambiente Italiano. |
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Ferruzzano set cinematografico Nel 2015 a Ferruzzano è stata ambientata la pellicola Agarthi – Una storia da non raccontare. L’opera, che ottenne un buon successo nazionale ed internazionale, è dedicata alle vittime del terremoto che nel 1907 interessò il territorio ferruzzanese. Nell’ottobre 2015, il libro box Agarthi è consegnato al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, per la conservazione nella Biblioteca del Quirinale a Roma. Nel 2016 viene filmata a Ferruzzano (Frazione Saccuti) l’opera cinematografica Rica – L’ultima grande storia (pellicola inerente tematiche sociali rilevanti e basata sulle musiche dei Beatles) in seguito a tale avvenimento, l’Amministrazione Comunale, intitolerà a John Lennon il nascente anfiteatro della cittadina (unica struttura dedicata all’artista in Calabria). Nel 2018 va in scena la serie Zero, Zero, Zero, che dopo una prima tornata di riprese a New Orleans ha girato a Ferruzzano il maggior numero di scene per poi muoversi alla volta di Messico, Marocco e altri piccoli borghi dell’Aspromonte (San Luca, Bova, etc.). La scelta di girare a Ferruzzano il maggior numero di riprese non è stata casuale: a detta del regista Trapero i colori dorati della roccia arenaria utilizzati per costruire le abitazioni ormai abbandonate, unitamente ad un panorama mozzafiato alle spalle del borgo hanno costituto una suggestiva cornice; A novembre dello stesso anno, vanno in scena le riprese di Via dall’Aspromonte, tratto dall’omonimo romanzo di Pietro Criaco.
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Ferruzzano: il sisma del 1907
Calabria, sera di mercoledì 23 Ottobre 1907. |
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Giuseppe Zangara, l'anarchico italiano che voleva uccidere Roosevelt Giuseppe Zangara era un muratore nato a Ferruzzano il 7 settembre 1900 ed emigrato negli Stati Uniti. La mattina del 15 febbraio 1933, al Bayfront Park di Miami sparò cinque colpi all'indirizzo del capo della Casa Bianca. I cinque proiettili sparati dalla sua semiautomatica a buon mercato hanno mancato il presidente Roosevelt, che se l'è cavata solo con un grande spavento, ma sono andati comunque a segno, uccidendo il sindaco di Chigaco, Anton "Tony" Cermak, che faceva parte del drappello presidenziale e ferendo altre quattro persone. Zangara venne subito fermato dagli agenti di polizia presenti sul luogo del comizio e portato in carcere. Fu giudicato colpevole nel corso di un processo lampo e quasi subito giustiziato: il 20 marzo, poco più di un mese dopo l'attentato, si è ritrovato faccia a faccia con il boia sulla sedia elettrica del penitenziario di Raiford. Zangara diede esempio di coraggio estremo pronunciando davanti alla morte le parole: « Mi date la sedia elettrica. Io non ho paura di quella sedia! Voi siete dei capitalisti. Anche voi siete dei criminali. Mettetemi sulla sedia elettrica. Non mi importa! Andate al diavolo, figli di puttana ... Mi ci siedo da solo ... Viva Italia! Addio alla gente povera ovunque! ... Vili capitalisti! Niente foto! Capitalisti! Nessuno qui che mi faccia una foto. Tutti i capitalisti sono una banda di vili criminali. Avanti. Schiacciate il bottone! » |