Altitudine

500 m slm

Superficie

28,99 Km2

Abitanti

2.715

Densità

93,65  ab/Km2

CAP

89040

Nome abitanti

geracesi

Santo patrono

Sant'Antonio del Castello

Giorno festivo

23 agosto

 

 

 

ParoramaGerace è considerata una delle più belle cittadine artistiche della Calabria perché conserva uno splendido centro storico in cui le case presentano ancora intatti gli antichi stili architettonici Gotico, Bizantino, Normanno e Romanico, e anche Opere d'arte che ne testimoniano l'importanza storica e culturale.

La città sorge su una rupe costituita da conglomerati di fossili marini in posizione incantevole a 470 metri sul livello del mare.

Suddivisa in cinque aree urbane (il Castello, la città, il Borghetto, il Borgo Maggiore e la Piana) Gerace e i suoi dintorni portano i segni di un'urbanizzazione che ha origini lontane nel tempo. Poco distante dall'attuale centro abitato è infatti possibile visitare i resti di una necropoli che risale ad epoche diverse e che conserva tracce di tre periodi distinti. Sono state rinvenute nell'area archeologica ceramiche del IX secolo a.C., corredi indigeni e di importazioni risalenti al VII secolo a.C. e prodotti di fattura greca e italiota datati al VII secolo a.C..

Gerace fu abitata sin dal neolitico: nel X secolo a.C. la popolazione indigena ha lasciato testimonianze di una civiltà protostorica molto interessante specialmente intorno all' VIII° secolo a.C., quando questa civiltà si è fusa con quella dei coloni greci i quali, prima di fondare la città di Locri Epizefiri sulla marina sottostante, hanno trascorso un breve periodo di convivenza sulla collina.

Il sito continuò ad essere abitato e frequentato anche quando la polis di Locri Epizefiri raggiunse il suo massimo splendore nel V° secolo a.C. ed ebbe un notevole sviluppo nel IX secolo quando arrivarono i Locresi per sfuggire al pericolo saraceno.

Il nome Gerace deriverebbe secondo alcuni studiosi da una corruzione del greco "aghia kiriaka" (Santa Ciriaca) mentre per altri dal termine "Ierax" che vuol dire sparviero. Narra infatti un'antica leggenda che nel 915 uno sparviero guidò sul pianoro i superstiti dell'eccidio avvenuto a Locri in seguito ad una tremenda incursione dei Saraceni. Lo stemma comunale, a testimonianza di ciò, reca ancora oggi come simbolo uno sparviero. Secondo un'altra ipotesi, invece, il toponimo deriverebbe dal termine greco: "Jerà akìs" (vetta sacra).

"... piena di palazzi bellamente situati, posta su uno stretto margine di roccia....Meravigliati da tanti panorami che si presentano da ogni lato; ogni roccia, Santuario o palazzo a gerace sembravano essere sistemati e colorati apposta per gli artisti..."

1847 Edward Lear

 

Gerace ha da sempre svolto un ruolo strategico considerevole nel territorio. Con i greci e i romani, la rocca accrebbe la sua importanza militare nel controllo del percorso di collegamento Jonio-Tirreno. I bizantini la la fortificarono tanto che poté resistere ai numerosi attacchi arabi del X sec.

Sulla parte più alta della città, si eleva il Castello, fortificato dall'amministrazione normanna. Dallo spazio antistante, detto il Baggio, si ammira un paesaggio naturale di incantevole bellezza, straordinario per i colori e per la varietà delle forme orografiche. Lasciato alle spalle il Castello si arriva alla Cattedrale normanna, dove è possibile visitare la prigione dei cinque martiri di Gerace, il portale di Lucifero e poco distante il palazzo municipale ricco di decori marmorei. Scendendo poi lungo la via Catello si raggiungono la Chiesa di San Franncesco e le vicine Chiese di San Giovannello del X sec.e del Sacro Cuore.

Cuore pulsante della città sin dai tempi antichi è senza dubbio la Piazza del Tocco, vero e proprio salotto dove gli abitanti sono soliti riunirsi nel tempo libero per godere dell'aria aperta. Sulla piazza si affacciano alcuni tra i più bei palazzi signorili della città, a cominciare da Casa Furci per continuare con Casa Migliaccio e l'abitazione storica del Barone Macrì. A due passi dalla piazza è possibile ammirare il Palazzo della Città un tempo sede dei feudatari della zona. Secondo l'etimologia del termine che dà il nome alla piazza ("tocco" deriverebbe dal greco "thòkos", che significa seggio, assemblea), lo spazio è da sempre eletto a luogo d'incontro cittadino. Secondo altri invece il termine "tocco" starebbe a significare "beretto" del magistrato e, stando a questa derivazione, Piazza del Tocco significherebbe Piazza di Giustizia. Per altri ancora "tocco" richiamerebbe il suono della campagna che a Gerace chiamava a raduno i membri del parlamento.

Per via delle numerosissime chiese nel tempo edificate, Gerace fu denominata "Città Sacra". Che gerace sia sempre stato un luogo ricco di sacralità lo dimostra anche il fatto che nel XVIII secolo nella città si contavano oltre sessanta chiese, otto conventi e diversi monasteri.

CattedraleIl monumento più importante di questa cittadina è la sua Cattedrale.

La Cattedrale

Maestosa e solenne, è tra le opere d'arte di maggior rilievo del Meridione.

Consacrata secondo tradizione nel 1045 e riconsacrata nel 1222 alla presenza dell'imperatore Federico II, ha il fascino dei monumenti dalla vita tormentata: tra rimaneggiamenti, cambiamenti di stile e di rito, incurie, crolli da terremoto o alluvione.

CattedraleDichiarato monumento nazionale bizantino-romanico-normanno, l'edificio basilicale è il più ampio della Calabria e uno tra i maggiori del Meridione.

Esternamente la Cattedrale appare come una fortificazione a causa dell'alta e compatta parete di pietra calcarea. Si presenta ampia e maestosa e priva di abbellimenti. La mole della costruzione e le formi chiaramente basilicali interne, gli elementi di diverse architetture, sono fusi plasticamente in maniera coerente ed armonica.

Ha pianta basilicale a croce latina e misura m. 76 x 23. Si sviluppa su strutture anteriori di probabile origine Basiliana.

L'interno è diviso in tre grandi navate da una doppia fila di pregevoli colonne marmoree, in stili diversi provenienti da templi e ville di età Magno Greca, Il suo stile sembra potersi definire romanico, per la purezza delle forme e l'essenzialità delle linee a cui deve il suo enorme fascino; tuttavia è chiara, nella parte absidale, l'impronta Normanna.

Degno di nota un bassorilievo cinquecentesco forse di scuola Gaginesca. Di stile barocco sono l'Altare Maggiore e i due Altari laterali.

Chiesa del Sacro CuoreAltare maggiore chiesa di San FrancescoChiesa di San Francesco d'Assisi

I bagliori barocchi della Gerace secentesca che nella Cattedrale facevano capolino solo dagli altari, esplodono nel fastoso altare maggiore e nell'arco trionfale della Chiesa di S. Francesco, che per il resto è invece un grandioso edificio gotico del 1252, con splendido portale arabo-normanno.

La chiesa è a pianta mononavata di tradizione bizantina. All'interno, pregevole è l'altare maggiore realizzato in marmi "mischi", nel 1656. Addossato al lato minore, accanto all'ingresso, si trova un altro altare in marmi "mischi" con interessanti decorazioni geometriche e floreali da datare probabilmente tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII, frutto di un recente restauro. Inoltre è possibile ammirare, dietro l'altare maggiore, il monumento sepolcrale di Nicola Ruffo,Portale Chiesa San Francesco datato 1372 di ambito napoletano.

Il convento di San Francesco è uno dei conventi più antichi della Calabria essendo stato fondato nei primi anni del XIII sec. da Daniele, compagno di San Francesco. Di esso rimane solo il pozzo ed una parte del chiostro. L'annessa chiesa gotica con lo splendido portale arabo-normanno è stata restituita all'integrità da recenti restauri.

Il castelloIl Castello

Poderoso ed inespugnabile, sorge nel punto più alto della Città. Di esso rimangono tratti delle mura ed il maschio angolare che porta evidenti i segni di successive trasformazioni.

Il Castello infatti conserva testimonianze di almeno tre fasi: Romana, Bizantina, Angioina.

Il fascino di Gerace non è dovuto soltanto all''incredibile concentrato artistico di chiese e palazzi ma continua fuori dai templi, lungo le piazzette, le stradine, gli archi, i sottopassi, i ricchi portali, i superstiti forni a legna, i muri carichi di storia.

 

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