Bronzi di Riace: nuove verità sul presunto furto di reperti

Al momento del ritrovamento delle famose statue sarebbero scomparsi una lancia, un elmo ed uno scudo



Diventa sempre più intrigante la vicenda del presunto furto di una lancia, un elmo ed uno scudo appartenuti ai Bronzi di Riace che sarebbero avvenuti al momento del ritrovamento delle statue. Nell’ingarbugliata vicenda ora spunta anche una misteriosa testimone il cui racconto è stato raccolto da una ricercatore di Vibo Valentia, Giuseppe Braghò, che, in un libro pubblicato l’anno scorso, ha portato alla luce la vicenda della scomparsa dei reperti e, probabilmente, anche di una terza statua. Braghò ha recentemente ultimato un secondo libro, che sarà pubblicato nei prossimi mesi, nel quale, oltre a riportare le dichiarazioni della testimone, racconta anche di un presunto interesse dei servizi segreti alla scomparsa del materiale. Nel volume ci sono anche altri elementi, che l’autore non ha voluto svelare, che confermerebbero la tesi del furto di alcuni oggetti al momento del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Il ricercatore vibonese ha segnalato l’esistenza della testimone ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico della Calabria che stanno indagando sulla scomparsa dei reperti. Il testimone, secondo quanto si è appreso da Braghò, avrebbe assistito accidentalmente al recupero dei Bronzi ed alla scomparsa di alcuni reperti. “L’episodio raccontato dalla testimone - ha detto Braghò all’ANSA - non è l’unico ad essere avvenuto. Pare che i furti siano stati diversi, e compiuti da più persone. La testimone mi ha descritto minuziosamente l’elmo, la lancia e lo scudo che appartenevano ai Bronzi di Riace, materiale che è sparito e che sicuramente si trova fuori dall’Italia oppure in casa di qualche collezionista. Dopo la denuncia con il primo libro e l’avvio delle indagini dei carabinieri ho ricevuto - dice Braghò - la visita di due persone che mi hanno chiesto di parlargli degli elementi in mio possesso sul furto. Poi ho saputo che le due persone sono ritenute vicine ai servizi segreti”. Nei mesi scorsi i carabinieri hanno avviato un’indagine ed hanno acquisito da Braghò una serie di fotografie e documenti dai quali emergerebbero gli elementi che confermano il furto degli oggetti. La documentazione è stata raccolta nel corso di ricerche compiute nell’archivio storico di Reggio Calabria. “Nel nuovo libro - ha concluso il ricercatore - ci sono molti elementi che confermano il furto degli oggetti. Per ponderati motivi, serbo ancora qualche buona cartuccia. Difficilmente un editore italiano accetterà di pubblicare questo mio nuovo libro. Per buona sorte, dall’estero mi sono giunte alcune proposte che sto vagliando”.

fonte Il giornale di Calabria

Webmaster Ing. Francesco Alati