Ferruzzano. Le testimonianze di una comunità: «Non si è trattato di un disguido»

La processione della discordia

«Si è sempre svolta per le vie del paese e non sul lungomare»

 

Una comunità divisa ma con la voglia di ricominciare e mettere una pietra sopra un’estate caratterizzata da un clima da crociata. «La processione - sottolinea un gruppo di cittadini, quasi tutte donne - si è sempre svolta per le vie del paese e non limitatamente al Lungomare ed alla zona adiacente come era previsto in questa occasione. Prima dell’inizio della processione è stato chiesto al parroco se era possibile portare la vara col Santo per le vie del paese, sebbene nel manifesto e nelle comunicazioni inviate alle autorità competenti era stato descritto un percorso che si sarebbe stato limitato alle vie a sud della SS. 106.

Durante la processione alcuni, edotti dal cambio di programma, hanno seguito la statua del santo patrono immettendosi sulla 106, mentre altri, seguendo la statua della Madonna di Lourdes, che è stata aggiunta per la prima volta alla processione, hanno seguito l’itinerario prestabilito. Un troncone ha fatto un breve giro per il resto del paese, l’altra parte ha proseguito verso il Lungomare arrivando per prima in chiesa dove è stata decretata la fine dell’evento liturgico.

La statua di San Giuseppe è giunta poco dopo quando ormai il malumore era cresciuto».

C’è poi chi punta il dito contro il parroco, don Giuseppe Zurzolo che il giorno successivo non avrebbe accompagnato la processione, per i borghi interni, a seguito dell’accaduto. «Noi cittadini - evidenziano - abbiamo portato la statua per le vie del Paese ed abbiamo pregato come abbiamo fatto sempre anche se la nostra guida spirituale non era presente». Altri ancora lamentano le pesanti accuse lanciate alla comunità, da don Zurzolo che non ha permesso, durante la messa domenicale, lo scambio del segno della pace. “Sarebbe necessario maggior dialogo tra parroco e la comunità dei fedeli di Ferruzzano, - chiosano - noi non vogliamo rinunciare alle nostre tradizioni.” Alcuni contestano la presenza della statua della Madonna, nel corteo, fuori luogo in occasione delle celebrazioni per il santo patrono.

A questo quadro, si contrappone quello descritto dai fedeli che sono vicini a don Giuseppe Zurzolo che sostengono che «sebbene non si sia trattato di un disguido ma di un’azione volontaria l’auspicio comune è quello di compattare la comunità attorno ai valori della fede, nel rispetto delle tradizioni, degli usi e dei costumi. Alcuni uomini hanno preso la statua del santo e si sono posti in cima al corteo, inveendo circa la presenza della statua della Madonna e rimanendo sordi agli inviti ad attendere del parroco, che, per evitare di alzare polemiche, uscendo a seguito della statua della Vergine di Lourdes, ha accompagnato il corteo che doveva passare dal Lungomare per poi risalire. La prima parte del corteo, circa sedici persone ha subito imboccato la 106, mentre il resto ha proseguito, priva del Santo, con il parroco, verso il Lungomare, dove ci sono ben 200 caravan di turisti provenienti da tutta Italia, che sono stati privati della possibilità di assistere ai festeggiamenti civili e religiosi. Il cambiamento di percorso è stato fatto sulla scorta della valutazione di opportunità circa il passaggio lungo le vie ripide del paese che avrebbero creato difficoltà ai numerosi anziani che ci tenevano a seguire il corteo».

Don Zurzolo predica prudenza ed unità: «Ho a cuore la comunità di Ferruzzano - sottolinea il parroco - e ci tengo a lavorare per il bene dei giovani e del paese, rispettando le tradizioni come ho cercato di fare, coinvolgendo sia il consiglio pastorale esistente tanto il comitato festa. I toni accesi che si sono registrati durante la processione hanno surriscaldato gli animi ma adesso è il momento di mantenere la calma e la pacatezza per cercare di operare sul territorio in serenità ed armonia».

Sui risvolti della processione e nella dura omelia, il sacerdote sottolinea: «Nella predica ho chiesto “cosa ci siete venuti a fare? Non vi immaginate cosa c’ho io dentro il cuore, ho il fuoco. Non si scherza con le cose sante”. Il segno della pace era fuori luogo in un contesto di astio e vista la profonda valenza del gesto all’interno della liturgia. Fare il prete in Calabria è difficile».

Venerdì 10 agosto 2007

tratto da Il Quotidiano art. di Giuseppe Cilione

 

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