Altitudine

343 m slm

Superficie

17,77 Km2

Abitanti

1.331

Densità

74,9 ab/Km2

CAP

89040

Nome abitanti

stignanesi

Santo patrono

San Raffaele Arcangelo

Giorno festivo

24 ottobre

 

 

 

In un'invidiabile posizione naturale, Stignano sorge aggrappata a uno sperone sulla sinistra della bassa valle della fiumara Precariti. Confina con i comuni di Camini, Caulonia, Riace, Stilo, Placanica, Pazzano e con il mare Jonio. Dista 132 km dal capoluogo Reggio Calabria.

Il suo nome compare in un documento del 1310 ("Presbiter Leo de Stignano"), e secondo l'Alessio richiama un personale latino Stenius con il suffisso aggettivale -anus.

La ricerca etimologica sul termine "Stignano" lascia aperti ancora confini della storia civica secondo alcuni studiosi il nome deriverebbe dal greco stenòs, luogo angusto, stretto, mentre secondo uno studio più consolidato si tratterebbe di un nome preso dalla cittadina dal termine latino Stenianum che indicherebbe "possesso o villa di uno Stenus, o Stenius"?).

Seguì le vicende di Stilo in quanto suo casale. La Contea di Stilo era una confederazione di Casali ognuno con propria autonomia, con un proprio parlamento con proprie leggi.

 Quindi, insieme agli altri casali di Guardavalle, Camini, Riace e Pazzano, appartenne al demanio regio di Stilo anche durante la dominazione degli Aragonesi.

L'ordinamento amministrativo dello Stato, predisposto dal generale Championnet durante la Repubblica Napoletana, ne fece un Comune autonomo nel cantone di Satriano.

Nel 1807, invece, i Francesi lo dichiararono università nel cosiddetto governo di Stilo. Ritornò a essere amministrativamente autonomo con il decreto 4 maggio 1811 istitutivo dei Comuni.

Ai piedi del borgo adagiato su una collina scorre la fiumara Precariti. Il paese ha mantenuto le caratteristiche medievali con le case addossate le une alle altre. Le stradine interne, in alcuni punti, sono così strette da non consentire il passaggio delle auto. La vita scorre intorno alla piazza Forzio che regala una vista spettacolare sulla costa jonica.

Villa CaristoVilla Caristo

È una grande villa settecentesca a forma di "U" ed è considerata uno dei più significativi esempi di arte barocca in Calabria. Fu definita dal Frangipane, critico d’arte calabrese, “la più bella e la più architettonica della regione, degna dei dintorni di Napoli, come di Torino settecentesca e di Catania barocca”.

Si trova in contrada Scinà (a 2 km dal paese) e, anche se costruita da maestranze locali, fu probabilmente progettata in ambienti napoletani.

La leggenda vuole che Villa Caristo sia stata edificata sulle rovine di una villa di epoca romana appartenuta ad un patrizio romano. Finora non sono stati eseguiti studi e ricerche approfonditi  per conoscere l’architetto che progettò e realizzò questo magnifico palazzo e il parco circostante, veri ed unici gioielli che richiamano per stile, ricchezze ornamentali ed eleganza, le ville vesuviane.

Col trascorrere degli anni, oltre all’insulto del tempo, la villa subì gravi ed irreparabili spoliazioni: a ragion veduta si calcola che circa un centinaio di statue di marmo di Paros furono sottratte furtivamente per abbellire ville signorili del vicinato.

Sorge in posizione dominante, su due piani, circondata da giardini e fontane e riesce a cogliere immediatamente l'attenzione del visitatore per l'armonia delle soluzioni architettoniche adottate in ogni parte del complesso.
Attraverso un viale si giunge all'ingresso della villa, dominata da una monumentale scala in pietra, esterna, che sale dai due lati.  Un viale, attraversando il bel giardino che incornicia la casa, conduce all'ingresso reso importante da una scala in pietra che sale da due lati e da una fontana sormontata da un gruppo marmoreo raffigurante Tancredi che battezza Clorinda morente (canto XII della Gerusalemme Liberata), unico in Italia e nel Mondo..

 Sul lato belvedere,affacciato sul sottostante paesaggio, c'è un'altra monumentale fontana di marmo bianco con tazza poligonale di base e due tazze più piccole circolari. La terza fontana, quella dei delfini, separa la struttura dalla piscina.

 All'interno della struttura, nonostante lo stato d'abbandono, si possono ancora notare cornici, stucchi, archetti. Al piano terra è posta una cappella gentilizia con tre altari, che conserva una statua di San Leonardo e due affreschi.
Al piano superiore, invece, due ampie terrazze e un sontuoso salone, sul cui tetto è raffigurata in maniera superba la dea Venere.

Nelle vicinanze della villa c'è una dipendenza con forno e frantoio.

La villa per la fine bellezza e unicità fu prescelta accanto alla reggia di Stupinigi, alla Villa dei principi Mellone di Lecce e al palazzo del Principe (Doria Pamphili) di Genova per la serie filatelica  "Le ville d'Italia" emessa dalle poste Italiane nel 1984.

Castello San Fili

Il Castello di San Fili di Stignano, è una torre nata come struttura difensiva nel ‘500, poi modificata dai feudatari a fini residenziali nel corso del 700 ad opera di una famiglia locale che, già nel secolo successivo, l’abbandonò per un’altra residenza.

Il castello appartiene oggi alla famiglia Alvaro-Salerno. Si tratta di una costruzione triangolare, con tre torri ai vertici, di cui due sul prospetto principale, in pietra a base rettangolare, e la terza sul vertice opposto, a pianta pentagonale. L'edificio è a due piani e vi si accede per una scala a unica rampa. All'interno una scala collega i due livelli e il terrazzo.

L’edificio rappresenta un caso singolare di residenza di campagna con i caratteri tipici però di fortezza. Il castelletto è stato inserito da Legambiente, nel 1996, nel gruppo dei monumenti italiani da preservare.

Torre San Fili

La Torre San Fili è una torre di guardia cilindrica, adesso semidistrutta, costruita nel XVI secolo, utilizzata per gli avvistamenti delle incursioni della pirateria turca.

Casa di Campanella

Nota la disputa che, negli ultimi anni, ha opposto i cittadini di Stignano a quelli di Stilo. Motivo della contesa il luogo di nascita di Tommaso Campanella, assegnato a Stilo Campanile Chiesa dell'Annunciazioneperché a quei tempi Stignano, non possedendo autonomia finanziaria, dipendeva amministrativamente da Stilo. In effetti, nel 1968, un Decreto ministeriale ha confermato che la nascita del grande filosofo è avvenuta a Stignano. In paese, infatti, esiste una piccola casa in pietra indicata come la culla natia del grande filosofo.

Dichiarata monumento nazionale, reca su una delle pareti esterne una targa apposta dall'Amministrazione comunale in occasione del IV centenario della sua nascita su cui è scritto: "In questa casa nacque il filosofo Tommaso Campanella venuto a debellar tre mali estremi: tirranide, sofismi, ipocrisia. Stignano 1568 - Parigi 1639".

Chiesa dell'AnnunciazioneChiesa dell'Annunciazione (Matrice)

Ha una facciata massiccia, a unico blocco, questa chiesa costruita nel 1914. L'elemento decorativo più evidente sono le quattro lunghe lesene che poggiano su uno zoccolo di pietre squadrate. Accanto, il campanile rustico diviso su quattro livelli. L'interno a unica navata ospita un prezioso tabernacolo in marmo di inizio Ottocento completamente scolpito. Di rilievo anche un Ecce Homo del Seicento (mezzo busto in legno), due statue lignee del XVIII e del XIX secolo (rispettivamente un S. Antonio e un S. Raffaele Arcangelo) e un pulpito intagliato in legno.

Chiesa dell'Immacolata

Chiesa dell'ImmacolataIn posizione panoramica, la chiesa con facciata a capanna dovrebbe risalire al XVI secolo. L'interno è a unica navata con abside e sulle pareti sono visibili dipinti di stile bizantino. Vi sono custoditi un dipinto su tela del Seicento e una statua della Madonna Immacolata intagliata (XIX secolo).

Convento di San AntonioConvento di San Antonio

Chiesa di San RoccoSi trova anche a Stignano il convento di S. Antonio (ex convento di S Francesco di Paola con annessa chiesa dei Minimi) che è stato fondato da Paolotti nel 1641, ed ha un chiostro delimitato da un bel porticato.

Chiesa di San Rocco

Edificata probabilmente nel XVIII secolo, ha una facciata semplice con rosone. Sull'altare si può ammirare una tela del XVI secolo che rappresenta "Il battesimo di San Sebastiano" attribuita a Francesco Cozza. Nell'unica navata ci sono anche due statue lignee del XIX secolo.

 

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