Dall'eclissi della Magna Grecia al periodo romano

Nella prima metà del IV sec. a.C. scesero in Calabria i Bruzi, provenienti dall'Italia Centrale, affini ai Lucani. Parlavano l'osco ma si servivano per la scrittura dell'alfabeto dorico di tipo acheo. Conquistarono ben presto Terina, Ipponio e Turi. La lega italiota, formata da alcune città della Magna Grecia, non riuscì a impedire la distruzione di Reggio, sconfitta presso l'Elleporo (Stilaro) da Dionisio I di Siracusa (387/386 a.C.); ma, proprio grazie all'alleanza di Siracusa, le lega, a capo della quale era Taranto, contenne per un certo tempo la minaccia dei Bruzi i quali avevano formato una confederazione estesa dal confine nord fra Lao e Turi fino all'Aspromonte; oltre la capitale Consentia (l'odierna Cosenza) succeduta a Pandosia sul Crati, ne facevano parte Aufugum (Montalto Uffugo), Bergae, Besidiae, Ocriculum. I Bruzi ebbero propria monetazione. I Greci d'Italia, negli ultimi tentativi di resistenza, invocarono l'aiuto di Alessandro il Molosso, re d'Epiro, che venne sconfitto dai Bruzi e mori a Pandosia (331 a.C.); nello stesso anno in cui si arrestava la marcia politica dell'ellenismo in occidente, Alessandro Magno, il nipote di Alessandro d'Epiro, con la vittoria di Gaugamela in Assiria, s'impadroniva dell'impero persiano

Dominio romano

Rivelatosi vano l'aiuto della madre patria, gl'Italioti si rivolsero a Roma che mandò i suoi presidi a Turi (285 a.C.), a Locri, Reggio (282 a.C.) e Crotone. L'insuccesso della spedizione di Pirro, re d'Epiro (275 a.C,), malgrado l'aiuto della maggior parte delle popolazioni localì, tranne Reggio alleatasi nell'occasione a Roma, sancì la definitiva affermazione del dominio romano nella Regione. La Calabria parteggiò quindi nella seconda guerra punica per Annibale che vi soggiornò a lungo (Castra Hannibalis presso Catanzaro Lido) fino al 203 a.C. nella vana attesa dei soccorsi di Cartagine. La costruzione della strada consolare Capua-Reggio (via Popilia) portata a termine nel 128 a.C. consolidò l'influenza romana nella Regione.

Il periodo romano segnò un decadimento civile nel senso che alle popolazioni locali, sia Bruzi che Italioti, perduta l'indipendenza, fu preclusa la posibilità di svolgere autonome iniziative politiche; ma si può ritenere che, per quanto attiene alle condizioni economiche, la Calabria si sia avvalsa, come tutte le altre regioni dell'Italia e dell'Impero, dei benefici della pax romana che assicurava libertà di traffici e di comunicazioni.

Durante la rivolta di Spartaco (morto il 71 a.C.) si verificarono fra i Bruzi sussulti antiromani, presto domati. Sesto Pompeo, proscritto dopo la costituzione del secondo triunvirato, cercò di servirsi della Calabria come base della guerra contro Roma ma l'assedio di Cosenza si risolse in un fallimento (40 a.C.). Nell'ordinamento di Augusto (50 a.C. - 14 d.C.) la Calabria, insieme con la Lucania, costituì la terza regione d'Italia; il corrector Bruttiorum et Lucaniae aveva sede a Reggio; la terza regione, mantenendo sostanzialmente immutata la sua estensione, costitui quindi una provincia della Diocesi d'ltalia nell'assetto stabilito da Diocleziano (292).

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